Il rapporto tra azienda e dipendenti è cambiato, mentre la pandemia di Covid19 accelerava la trasformazione digitale attraverso lo strumento improvvisato e via via più consapevole del lavoro a distanza.
La pandemia che si è diffusa a livello mondiale ed in modo del tutto inaspettato è stato il fattore esterno che ha portato le aziende a dover fare un grande salto in avanti: dal controllo alla fiducia. Si, perché dall’ufficio ci siamo spostati nelle nostre case. E se questo fosse proprio il futuro lavorativo di tutti quanti?
Un lavoro ibrido.
Però se prima chi decideva il luogo di lavoro era l’emergenza, il Covid-19, adesso la decisione spetta a noi. Mentre è ancora troppo diffusa una mentalità vecchia che non si sente pronta ad abbracciare completamente il cambiamento, si sta diffondendo anche una mentalità nuova, che non ha ancora trovato la propria piena espressione. Nessun processo può più fluire “come al solito” e questo porta ad un dispendio notevole di energie e risorse.
E’ confortevole sapere che sia tutto nero, o tutto bianco. Trovarsi in un colore grigio, non definito, spaventa, non c’è più nessuno scenario garantito e già stabilito. Ad oggi ci troviamo in un mix, ma come sarà il futuro del nostro lavoro, nel lungo termine? Soprattutto come indirizzarlo verso la giusta direzione?
Si tratta in fondo di imparare a gestire il livello di responsabilità che il lavoro da remoto impone, ma che si può tranquillamente indirizzare verso una evoluzione sana.
Un elevato grado di autonomia può consentire alle persone di trovare il proprio modo di lavorare, migliorando la propria produttività. Dunque la flessibilità dell’orario e del luogo di lavoro può essere un’ importante variabile da tenere in considerazione e da offrire ai propri collaboratori.
Infatti immaginiamo di essere in un’afosa giornata di luglio e di poter lavorare guardando il mare, piuttosto che in giacca e cravatta in un ufficio dal quale si vorrebbe evadere, perché insomma, è estate. Sicuramente la possibilità di concentrarsi nel lavoro, nel luogo in cui ci si sente meglio, è un beneficio per lo stato d’animo del lavoratore, che potrà così fornire una migliore performance per l’azienda.
Inoltre non dimentichiamo come il lavoro da remoto consenta di poter gestire meglio la propria vita lavorativa e famigliare, rimanendo produttivi per la prima e non trascurando la seconda. Possiamo essere molte cose allo stesso tempo.
Parità di genere e Lavoro da remoto
Sicuramente questo vantaggio va incontro alle esigenze delle donne, perché in una società ancora fortemente patriarcale nella quale viviamo, sono poste di fronte alla scelta del lavoro o della maternità. Il lavoro da remoto permette loro di dedicarsi ai figli, senza rinunciare al proprio ruolo professionale. Ciò non toglie che il discorso debba valere anche per gli uomini e che un’evoluzione verso la piena parità di genere non può che vedere schierati a favore noi di CRMpartners, che non a caso siamo B-corp.
Forse tutto ciò comporta degli svantaggi per le figure manageriali: possono avvertire di perdere il controllo, per cui preferiscono restare al vecchio paradigma. Se ne dovranno verosimilmente fare una ragione.
La paura di perdere il controllo sottintende la paura della perdita di fiducia.
La fiducia è l’unica chiave per il futuro. Siamo adulti responsabili, col desiderio di svolgere il nostro lavoro. Non dobbiamo smettere di cercare un modo di farlo al meglio, abbracciando i cambiamenti che inevitabilmente avverranno, perché tutto cambia, anche noi.
Non c’è bisogno di essere controllati e governati, basta fidarsi dei nostri colleghi e dipendenti.
Se vuoi contattaci per confrontarci sulle modalità lavorative che preferisci.
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