
Cosa sono i Big Data? pensiamo a tutte le interazioni sui social network, alle ricerche sui motori di ricerca, a tutte le operazione che facciamo con lo smartphone interconnessi. Tutto ciò genera una dati in modo esponenzialmente superiore a quanto normali rapporti commerciali o semplicemente interpersonali facessero pochi anni fa. Si tratta di dati eterogenei per fonte e per formato, che sono diventati analizzabili in tempo reale: tutto questo sono i Big Data.
Ma occorre gestirli, perché si tratta di un elemento essenziale nell’evoluzione digitale delle imprese. Ogni attività dell’azienda produce informazioni, una mole ormai non indifferente di dati che possono essere sfruttati in diversi modi: uno strumento molto prezioso, a prescindere dalle dimensioni dell’impresa o dal settore. Anche le PMI hanno a che fare con i Big Data: non tanto nel senso di quantità, ma dati di differenti tipologie, generati e analizzati in tempo reale. Ciò che conta, anche per una PMI, è la capacità di analizzare dati per estrarre informazioni e prendere decisioni basate sugli insight che ne derivano.
UTILIZZO DEI BIG DATA DA PARTE DELLE PMI
Una impresa consumer può, ad esempio, seguire la customer journey tracciandone l’attività online. Ma l’analisi dei dati può favorire anche l’ottimizzazione dei processi interni per ridurre i costi, migliorare l’interazione con i fornitori o creare nuovi prodotti e servizi su misura delle esigenze del mercato.
Le opportunità sono molto diverse, quindi anche per le PMI, e vanno dalla raccolta e analisi dei dati generati dai processi interni alle interazioni di vendita o alle richieste di supporto da parte di clienti, fornitori o partner. La diffusione di soluzioni di Analytics in Cloud ha portato anche per le imprese di piccole dimensioni la possibilità di utilizzare “as a service” software dello stesso livello di quello già a disposizione da anni delle grandi imprese. Questo significa che a fronte di costi limitati si possono ottenere impatti significativi sui vari processi, e in definitiva incrementare il valore aggiunto del proprio business.
CHI USA I DATI?
Un lavoratore operativo può usare i dati per migliorare un flusso di lavoro, o per automatizzarne gli aspetti ripetitivi, un manager per prendere migliori decisioni di business: così è facile capire che non sfruttare le potenzialità che ci sono nei dati significa sprecare una risorsa importantissima.
Ma prima non c’erano?
I dati esistono in virtù del fatto che vengono estratti e per farlo servono soluzioni software e la giusta consulenza per utilizzarli. Ovvero: si può anche fare finta che non esistano o che siano irrilevanti, continuando a non vederli o a gestirli in modo “artigianale”, ma significa cercare di fare concorrenza alla ferrovia con la diligenza a traino equino.
Lo stato della digitalizzazione nelle PMI Italiane
Il 44% delle Piccole e Medie Imprese ha investito in Analytics nel 2021 e un altro 44% ha dichiarato che la pandemia ha avuto un ruolo determinante nell’acquisire maggiore consapevolezza sulla necessità di valorizzare i dati a disposizione. Nell’ultimo anno, si è allargata la differenza tra la maturità digitale delle medie e delle piccole imprese: il 58% delle prime ha investito in risorse fisiche o umane di Analytics o prevede di farlo entro fine anno, contro il 41% delle piccole aziende.
Rispetto al 2020, non ci sono stati progressi per quanto riguarda l’analisi o la gestione dei dati, settori che probabilmente sono in attesa di decisioni imminenti, mentre è aumentato l’impegno sugli investimenti tecnologici, con circa un’azienda su due che afferma di aver lavorato per integrare i dati interni. La maggior parte delle PMI svolge oggi analisi predittive (62%), ma le sperimentazioni di Advanced Analytics sono presenti solo in una ristretta minoranza (14%). Un terzo del campione ha figure dedicate alla gestione dell’analisi dei dati nella funzione IT o distribuite nelle diverse funzioni aziendali, in particolare Data Analyst.